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YTBD - Yet To Be Defined - E' un po' quello che è questo blog, si vedrà strada facendo.

SMS alla guida, ci penserò due volte (AKA: la comunicazione sociale, fatta bene, funziona)

Pubblicato da Jak | in Generale

più di leggi e leggine, spesso e volentieri (ok, diciamo che è un lavoro di squadra). E’ una questione di cultura, e la comunicazione sociale può riuscire nel difficile scopo di diffonderla.

Per quanto mi riguarda, ci penserò almeno un paio di volte e “sì, se ne può fare a meno”.

Comments Off . August 18th, 2009

Pubblicità: superare la soglia del rumore attraverso schemi e ricorrenze? Ovvero, l’unione fa la forza?

Pubblicato da Jak | in Brand, Pensieri, Pubblicità, Un giorno scriverò un libro

E’ un po’ che non si blogga da queste parti, e siccome questa cosa mi frulla per la testa da un po’, ci sta che la versi un po’ su questo blog ( cervello > blender )

Ve le ricordate le televendite durante le puntate di Dr. House, con la voce dello stesso doppiatore del protagonista, il bastone, etc … tutto a lasciar intendere (almeno per un po’) che si trattava di una sorta di continuazione del programma, per tenere alta l’attenzione del telespettatore? E da lì poi quelle di CSI, e ormai un po’ tutte, che richiamano situazioni affini a quelle del programma contestualmente a cui vanno in onda, per ottenere attenzione (e probabilmente cercare di trasmigrare per proprietà transitiva parte della benevolenza di chi guarda dal programma e i suoi protagonisti verso il prodotto promozionato)?

L’applicazione di queste tecniche dà il segno di quanto sia sempre più difficile (e importante) riuscire a bucare la soglia del rumore, per ottenere visibilità e apprezzamento a favore di un brand.

Da Wikipedia: 

La conoscenza di marca, nel marketing, è una qualità della marca (brand). Essa è si compone di due caratteri: uno quantitativo (notorietà) e uno qualitativo (immagine di marca).

Può essere stimato con indicatori sintetici del grado di ricordo. Il limite inferiore è la completa non conoscenza della marca, ad un livello superiore si colloca il riconoscimento (o notorietà sollecitata), o ricordo aiutato, che indica la situazione in cui la domanda deve essere stimolata perché riconosca la marca. Quando la domanda ricorda le principali marche di una classe di prodotto senza bisogno di stimoli si parla di ricordo spontaneo (o notorietà spontanea). L’apice della notorietà si ha con il top of mind, cioè la domanda associa la marca alla classe di prodotto.

Premessa un po’ lunghina per arrivare a qualcosa che, probabilmente scoprendo l’acqua calda, sto notando ora come possibile “tecnica” per superare le ormai naturali difese di un (potenziale) consumatore sempre più assuefatto ad un bombardamento pubblicitario a dosaggi che avrebbero ridotto alla pazzia l’uomo della strada di un secolo fa.

L’uso di schemi e ricorrenze, al di là del singolo spot.

Mi (dis)piego nel ragionamento: il cervello umano è il principe del riconoscimento di schemi e ricorrenze. Questa innata capacità, a cui anelano calcolatori sempre più potenti e software sempre più complessi, è una dote che ci portiamo dietro, più o meno sviluppata, dai tempi dei tempi.

La nostra capacità di adattarci (ed evolverci) è attribuita, in una teoria molto interessante di Alastair Clarke (link al suo ultimo – per ora – libro), proprio alla nostra capacità di elaborare informazioni e riconoscere dei “pattern”, ovvero schemi e ricorrenze. C’è stato un momento di notorietà per questo teorico per via della sua classificazione dell’umorismo in 8 tipi ricorrenti, in quella che è stata presa per una teoria universale dell’umorismo. Al di là di questo tipo di classificazioni, quello che possiamo dare per buono è che quando il nostro cervello riconosce degli schemi, letteralmente, si illumina. Ci sono delle aree del cervello che si mettono in moto, ci avvisano che sta succedendo qualcosa, i neuroni fanno del loro meglio per ritrovare nell’enorme database del nostro cervello il come e quando questo schema è già stato incontrato, con quali altre informazioni va riassemblato, in quale cartelletta andrà archiviato, etc.. Perchè tutto ciò? Fondamentalmente, il meccanismo nasce per proteggerci.

Bacche rosse > mal di pancia, trovo nuove bacche rosse > ci penso due volte prima di mangiarle, anche se non sono identiche.

Cosa può avere a che fare tutto ciò con una tecnica pubblicitaria?

Il singolo spot, dicevamo, ormai, è rumore. Inizia la pubblicità, il cervello “stacca” (salvo “inganni” stile le televendite di cui sopra). La soglia di attenzione scende drasticamente, gli spot che si susseguono sono “rumore”. Idem alla radio, e.g. quando guidiamo, parte la pubblicità, parte anche il cervello.

Se non chè … Comunque, anche se il cervello si fa i fatti suoi (tu fatti i fatti tuoi che io mi faccio i fatti miei, oddio che ricordi … ), comunque le orecchie sentono (e nel caso di TV, gli occhi guardano). Questi “input” ci arrivano comunque, solo che sono rumore … vengono archiviati in una zona del cervello, una specie di area di transito, dove durano veramente poco, prima di venire archiviati come spazzatura.

A meno che …

A meno che, appunto, succeda qualcosa … sì, ma che cosa? Ad esempio, un secondo spot, che per contenuto, tecnica o altro, crei uno “schema” con uno degli spot precedentemente posizionati nell’area di transito.

Caso pratico, pubblicità alla radio: non stai ascoltando, ma senti n spot, tra cui quello di Brio Blu (acqua minerale) … non ci fai caso, fino a che, a distanza di 2 spot, ecco lo spot di Inblu (calzature) … entrambi a martellarti con blu, con bolle e bollicine, (lo spot di Brio Blu è un ripetere ossessivo del brand, lo spot di Inblu riprende il brano “le mille bolle blu”)  … e il tuo cervello inizia a fare il suo mestiere … di corsa a recuperare lo spot di Brio Blu, sentito pochi secondi prima, per rimettere insieme i pezzi del puzzle, verificare lo schema, la ricorrenza, il grado di somiglianza, i punti in comune, il grado di “pericolosità” di questa evenienza che ha superato la soglia del rumore.

Risultato? Ci fai caso, entrambi gli spot sono stati spostati dall’area di transito ad un’altra area del cervello, le loro chance di essere “ricordati” più a lungo salgono, insieme all’awareness dei brand promozionati. Preziosissimi “Secondi” di tempo mentale sono stati dedicati allo “schema”, quando si riascolteranno gli spot, anche singolarmente, le chance che lo schema torni in mente salgono, a vantaggio anche del brand non ascoltato in quel momento (whoa, ascolti una pubblicità, te ne ricordi due!)

Caso fortuito? E se non lo fosse? Mi sono ritrovato ad avere la sensazione che alcuni spot tra loro si somigliassero un po’ troppo … magari per lo stesso tipo di prodotto, magari per prodotti di settori merceologici completamente diversi … E’ vero, la pubblicità segue a suo modo delle mode, ma a volte le somiglianze, per “idea di fondo”, tecnica narrativa, etc. sono notevoli.

Non è qualcosa su cui mi sono soffermato a “segnare”, caso per caso, la sensazione, ma l’ho avuta, in maniera netta.

Nuove frecce quindi nell’arco dei pubblicitari? Vedremo brand diversi accordarsi per mandare in onda le proprie pubblicità in “sincrono” nei vari palinsesti? Potrebbe essere un’occasione anche per le stesse emittenti: offrire (con sovraprezzo) la possibilità di avvicinare nel palinsesto determinate pubblicità. Oppure ancora avvisare di possibili schemi due società magari ignare, dare valore al “boost di percezione e memorizzazione” dovuto a questo “effetto schema” e nel farlo cercare di vendere il proprio spazio.

Siamo nel terreno del lecito? Secondo me sì. Sfruttare questo nostro “riflesso incondizionato” nell’individuazione di pattern, costruendoli artificialmente in una comunicazione che va oltre, nel suo dispiegarsi, al singolo “spot”, senza ricorrere a “inganni”, può essere uno sviluppo interessante del mercato pubblicitario.

Si può addirittura pensare a “contaminazioni” pubblicitarie. Pensiamo a spot che, in qualche modo, costruiscano al loro interno una storia, un percorso, che passa attraverso brand diversi.

Negli Stati Uniti è già più un’abitudine, rispetto a noi, nell’uso di pubblicità comparative che fanno “allusioni” a spot della concorrenza. Ma qui si fa leva sul ricordo dell’altro spot, e si entra in altri territori.

Idem (nel senso che si tratta di un altro territorio)  se parliamo di product placement.

Acqua calda? Già si fa da mo’? Non lo so (un po’ l’ho cercata, ma non ho trovato nulla, non vuol dire che non sia là fuori) … Ma sono convinto che la pubblicità basata su questo “effetto schema” possa avere qualche chance in + … e a volte, una chance, se pur piccola, può fare la differenza …

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Comments Off . May 24th, 2009

a Billion things …

Pubblicato da Jak | in Pensieri

quante cose, … tante, un billion … le imparo e scopro ogni giorno … le dimentico per poi ritrovarle, a volte cercandole a volte così, per caso ….

http://en.wikipedia.org/wiki/Billion_(disambiguation)

Scopro  (o riscopro) così che un billion in USA è il nostro miliardo (mille milioni – pronunciare il mille allungandolo … miiillleee) … mentre la stessa parola in inghilterra significa un milione (un milllllioooneee – pensarlo al rallentatore, può aiutare congelare i neuroni o rintronarli adeguatamente) di milioni …

Dettagli, frammenti … ambiguità … in una parola, una frase, un pensiero …

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Comments Off . January 15th, 2009

Quelli che fanno la spesa con la lista in mano alla sera all’Esselunga

Pubblicato da Jak | in Frivolezze

Questo post è dedicato a quelli che fanno la spesa con la lista in mano alla sera all’Esselunga (ma potrebbe essere un qualsiasi altro supermercato …. ) ….

quelli che dopo una giornata di duro lavoro (se non è duro, la dedica vale a metà) arrivano al parcheggio dell’Esselunga mezz’ora prima che chiuda … e lo trovano ancora mezzo pieno …

quelli che quando spengono la macchina hanno un flash …. oddio, ce l’avrò l’euro per il carrello … ? (se siete di quelli che ne avete sempre uno, consapevolmente, la dedica non vale!)

quelli che, trovato l’euro per il carrello (phew, anche questa volta è andata!) … entrano di corsa ed estraggono lei …. la lista della spesa, compilata dalla moglie ….

quelli che ce l’hanno scritta a mano (e devono superare un ostacolo in più, decifrare la grafia!)  …. quelli tecnologici, con l’email stampata in ufficio … e quelli iper tecnologici … con la lista sullo smartphone …

quelli che si riconoscono tra loro, aggirandosi tra le corsie … come “quelli con la lista” … e sono in tanti … pesci un po’ fuor d’acqua … concentrati nel proprio compito, con il timore di sbagliare … di corsa, che devono tornare a casa dalla moglie (o dalla moglie ed il pargolo / i pargoli ) …

quelli che se sono fortunati, la dolce metà ha compilato la lista in ordine di reparto, seguendo un percorso …. e altrimenti, li vedi schizzare da una parte all’altra, incrociandoli più e più volte, oppure fare interminabili soste, immobili, concentrati nel capire se in quel reparto c’è ancora qualcosa da prendere prima di passare al prossimo …

quelli che fanno caso alle scadenze … ravanando tra i prodotti, cercando quelli dietro (che di solito scadono uno o due giorni più in là … ) … che si emozionano quando trovano il prodotto che scade molto più in là degli altri  (il santo graal!) … ma che in realtà lo fanno perchè sanno che quando vanno a casa si sentiranno per l’ennesima volta la solita domanda … “questa volta hai fatto caso alle scadenze?!” … (pagando ancora peggio di un ergastolano 1 singolo errore commesso anni e anni addietro … )

quelli che a ogni voce della lista sperano in indicazioni chiare … non i wurstel … ma “quei wurstel” …. sia mai che si porta a casa il prodotto sbagliato!

quelli che a fronte di indicazioni “poco chiare” si trovano di fronte a dubbi atroci …. gli hamburger nella scatola rossa … sì ma quale, quella da 4 o da 10?! E li vedi sforzarsi di ricordare forme e colori di qualcosa che sanno di aver vagamente visto in casa, ma a cui hanno prestato attenzione pressochè zero …

quelli che chiamano a casa, a voce bassa per non farsi sentire, vergognandosi un po’ …  e quelli orgogliosi, che non lo fanno, per poi pentirsene …

quelli che immancabilmente si fanno fregare dalla promoter di turno, che almeno fosse giovane e carina … invece probabilmente le pagano in maniera inversamente proporzionale all’età … e più per compassione che altro in men che non si dica ci si ritrova con 2 confezioni di pasta per la pizza che mai e poi mai ci si sarebbe sognati di comprare … e soprattutto … non erano sulla lista … (peccato mortale di tutti quelli che fanno la spesa con la lista, comprare cose fuori lista … )

quelli che … ma al reparto latticini non c’erano le belle ragazze? Sarà una leggenda metropolitana, perchè immancabilmente ci trovano una vecchietta raggrinzita, troppo in là con gli anni anche per fare la promoter – dovrebbe pagare lei , se è vera la regola – appostata lì, punto, ferma … che si voglia conservare con il freddo dei frigoriferi?

quelli che ogni singola volta ritrovi al reparto giornali, che poi magari non comprano niente, ma stanno lì, 5 minuti, a vedere se c’è qualcosa da leggere, speranzosi di trovare qualcosa di interessante per le lunghe sedute multitasking in quel del bagno … (notoriamente unico vero momento di totale e assoluto relax)

quelli che, pensando di essere giunti al termine della propria avventura, si dirigono alla cassa – miracolo! – ne trovano una libera, un’ultima occhiata alla lista e …. immancabilmente si è dimenticato qualcosa … altro dubbio atroce … far finta di niente e tornare a casa, che è già tardi … o recuperare gli ultimi orfani …

quelli che scelgono la seconda, e dopo ulteriore sconfinato peregrinare …. tornano verso le casse e … la più libera ha due altri clienti davanti, che stanno facendo la spesa si spera per famiglie più che allargate, altrimenti non si spiegherebbe il quantitativo di roba ammucchiato nei carrelli …

quelli che pazientano …

quelli che pazientano ancora …

quelli che continuano a pazientare, mentre qualcuno paga con i contanti … e si chiedono “ma esistono ancora?!” …

quelli che nell’attesa, ma sì, prendiamo due caramelle e già che ci siamo, anche queste, e poi queste …

quelli che quando si sentono chiedere “ha la tessera?”, è in quel momento che si ricordano di averla lasciata in macchina …

quelli che litigano con i sacchetti, che per aprirli bisogna alitarci sopra, sfregare le mani, fare due giri su sè stessi e … chiedere alla cassiera se “gentilmente” ce li apre …

quelli che ogni volta sono orgogliosi di essersi ricordati il codice del bancomat …

quelli che nel mettere via le cose, si ripromettono sempre di ordinarle meglio, per non trovarsi con una borsa da sollevamento pesi e due pesi piuma … e che le uova vanno messe per ultime sul nastro … insieme all’insalata e le altre cose leggere e delicate …

quelli che nonostante tutto, alla fine mettono le buste sul carrello, e se ne escono … accorgendosi di avere ancora la lista in mano, saldamente incollata, e con l’idea in testa “questa volta ti ho fregato”, la mettono in tasca, trionfanti … salvo essersi dimenticati di non aver segnato quanto immancabilmente comunicato “dopo” la stesura (o l’invio) della lista che si aveva in mano …

quelli che arrivano al parcheggio, mettono le buste in macchina, e litigano con il carrello per farsi restituire quel maledetto euro … (che di questi tempi, non si butta via niente … )

ecco, a tutti quelli, e sono tanti, è dedicato questo post … al popolo di quelli che fanno la spesa con la lista in mano alla sera …  Fate outing! ;)

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4 Commenti » . November 14th, 2008

LEGO, ironia della sorte

Pubblicato da Jak | in Amarcord, Video

Una delle sorprese che regalano le statistiche di questo blog, è il successo della keyword LEGO, legata (pun intended) ad uno dei primi post. Strana ironia, a pane e LEGO ci sono cresciuto, e per anni mi sono bullato (più che altro che me stesso, visto il numero decisamente esiguo di amicizie) del mio diploma di LEGO expert builder … ora, giusto quei 30 anni dopo o giù di lì, rieccomi qui a giocare con i LEGO, insieme al mio cucciolo che cresce (e che stasera, cotto, è crollato prima del previsto) … Ogni tanto ci capita di cercarli anche su YouTube, e l’altro giorno sono spuntati questi video, che hanno aperto più di un cassettino della memoria (e no, i miei cassettini della memoria non hanno i blumotion, quindi quando si aprono sbattono, a volte facendo un po’ male … ) … ricordi di cataloghi sfogliati, mondi immaginati, viaggi fantastici e pensieri sconnessi …  (praticamente un trip, oddio, adesso che ci penso … )

Comunque! A chi non ci è passato magari diranno poco, ma se qualcuno che passa di qui si trova con qualche cassettino della memoria che si apre sbattendo … beh, welcome to the club!

e tanti altri …

Il tipo (manico? Comunque, TubaFrog) che li ha creati si è divertito con SketchyPhysics, un plug in per Google Sketch Up, un software gratuito (by Google, o meglio, da una software house che Google si è pappata) per creare piuttosto facilmente modelli 3D. Worth a look! ;)

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Comments Off . October 28th, 2008

Nubi innoque su di noi …

Pubblicato da Jak | in Frivolezze, Pensieri

Dormiamo sonni tranquilli, nubi innoque si addensano su di noi, incuranti dei nostri affanni …

No, ma dico … Nubi innoque?! Eppur questo lessi (no, non il cane) in televisione, dietro all’ignorante (nel senso che ignorava) Giuliacci, nella sovraimpressione (che poi è retroimpressione, o quello che è,  il termine tecnico ora mi sfugge insieme alla voglia di andare a cercarlo) del meteo dopo il TG5 della sera … lessi bene, lessi male? Ma solo io me ne accorsi (no, non l’attore)?  Futile resistere, sciocco aggrapparsi ad una parola come ad un ramo, … è il nuovo che avanza e nulla e nessuno può fermarne il divenire, semmai rallentarlo un poco, per il beneficio che si può trarre dall’aggrapparsi ad un ramo in mezzo al mare …

Certo che cmq, eh ke cavolo! Vabbè ke la tivvì’ non se la fila + nessuno (altro che nazione alfabetizzata dai mass media, ‘na volta!) o qsi, xo’ un minimo, dai! Uff, almeno domani non piove … ?

ah, il link!

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Comments Off . October 14th, 2008

Pappetta di cracker

Pubblicato da Jak | in Frivolezze

Ok, è ora di mandare a letto i bambini. No, sul serio: quello di cui sto per scrivere potrebbe seriamente compromettere il loro sviluppo psico-fisico … Ma andiamo con ordine …

Qualche giorno fa mi è capitato tra le mani senza che me ne rendessi conto un pacchetto di cracker. Non volevo un pacchetto di cracker, stavo facendo e pensando tutt’altro, ma era lì, e dopo pochi secondi era aperto e ho iniziato a mangiare un cracker. Ma non stavo mangiando un cracker, almeno, non ci stavo pensando, e dopo altrettanti pochi secondi i cracker erano tre. Solo che nel non rendermi conto che stavo mangiando tre cracker mi sono dimenticato di mandar giù, ritrovandomi (ok, sicuri di voler continuare a leggere?) la bocca piena di un bolo consistente, molliccio … e … fermi tutti! In quel momento un neurone vecchio e stanco che passava di lì nella sua passeggiatina mattutina da neurone vecchietto che è ormai pronto per la tomba e che ne ha viste più lui di tutti gli altri, non ha avuto un attimo di esitazione, e con il poco fiato rimasto, prima di esalare l’ultimo respiro, ha esclamato (vabbè, diciamo che è un miracolo se l’ho sentito): pappetta di cracker! (Pace all’anima del neurone).

La pappetta di cracker (o, nella variante extra lusso, la pappetta di Ritz), è un piacevole ricordo di gioventù: trattasi di pratica culinaria a vedersi al limite del vomitevole (motivo per cui è suggeribile praticarla in privato), che consiste nel mettere in bocca un numero significativo di cracker (o appunto, Ritz), masticarli e non deglutirli, fino a formare una pappetta gustosa che si potrà estrarre dalla bocca, ad esempio per spalmarla su di un altro cracker (o Ritz), in una pratica ricorsiva particolarmente appagante.

La ricetta della pappetta di cracker (o Ritz) può essere arricchita sulla base della famosa tecnica del “quello che c’è a portata di mano”, ad esempio con delle olive, o ancora, philadelphia o altro formaggio molle … la fantasia e la dispensa sono gli unici limiti.

Ok, vi avevo avvisato: ora non potrete più mettere in bocca un cracker (o un Ritz) senza pensare alla pappetta di cracker, e se vi viene un inconsulto desiderio di cimentarvi nella preparazione di questa prelibatezza, il consiglio è quello di farlo in privato, salvo siate alla ricerca di una stanzetta con le pareti bianche in cui dondolarvi a braccia conserte … e se vi scappa un sorriso, pensando alla pappetta di cracker, lasciatelo uscire (no, quello non potete spalmarlo) … è un mondo difficile, un sorriso in più non guasta mai!

P.s. se iniziate a vedere su YouTube video che ritraggono svariati malcapitati nella produzione di pappetta di cracker, non è colpa mia: sarà sicuramente una qualche multinazionale del cracker che sta tentando di far lievitare le vendite attraverso la strada dei video virali user generated.

P.p.s. sì, è vero, si può fare di peggio, ma la pappetta di cracker, in una classifica virtuale delle peggiori schifezze che si possono fare con il cibo, una menzione d’onore di sicuro la merita!

P.p.p.s. ripetete con me: non si gioca con il cibo, è sbagliato. Non si gioca con il cibo, è sbagliato. Non si gioca con il cibo, è sbagliato …

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1 Commento » . August 30th, 2008

Quante volte avete ascoltato un po’ del Gran Vals di Francisco Tárrega? Hint > la più famosa e diffusa suoneria per cellulari Nokia

Pubblicato da Jak | in Amarcord, Frivolezze, Musica, Pensieri

Se la memoria non mi tradisce, degli audio marchi, già se ne parlo “qualche” post fa … quello di oggi è un po’ particolare … in buona sostanza, una suoneria, la Nokia tune, che oggi a tutti gli effetti identifica senza ombra di dubbio un brand, Nokia, che seppur qualche colpo lo sta perdendo, rimane pur sempre il leader di mercato.

Ma andiamo con ordine! :) La curiosità di saperne di più sulla suoneria Nokia per eccellenza nasce chiaccherandone in macchina con mia moglie … lei era assolutamente sicura che ci fossero anche le parole, sentite più volte per radio … abbiamo cercato su internet, ma … nada de nada … (il che non vuol dire che non sia vero) … e invece, chi spunta fuori?

Francisco Tárrega, chitarrista compositore che, vissuti i suoi anni nella seconda metà dell’800, diparte nel 1909 in quel di Barcellona (caso vuole, ci siamo appena stati a Barcellona!), lasciando al mondo numerose composizioni, tra cui un valzer “sorridente”, molto orecchiabile (ma non proprio facile da suonare) … provate a ascoltarlo:

Piaciuto? Riconosciuto? Esatto! Sono 13 note, e non credo vada lontano dal vero che è la sequenza di 13 note al mondo più suonata in assoluto (ok, c’è una piccolissima differenza, ma è davvero una quisquillia, ve la risparmio :) ). Amate, odiate, non scelte, scelte in mancanza di meglio, o scelte con piacere, sempre loro sono …

Ok, lo ammetto, magari sto scoprendo l’acqua calda, ma la cosa mi è proprio piaciuta … l’idea di un refrain di un brano di musica classica, che vive più che mai vegeto nel quotidiano di milioni (miliardi?) di persone, senza che queste ne siano minimamente consapevoli … è una sorta di ironica rivincita della tanto bistrattata classicità in questo mondo di barbari (vaghe reminescenze di Baricco … ) … Averlo scoperto, oltre ad aver aumentato la consapevolezza della mia infinita (e sostanzialmente incolmabile) ignoranza, mi ha regalato un piacevole sorriso, con cui accompagnare questi strani giorni, fatti di cambiamenti, pensieri e desideri …

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Comments Off . August 7th, 2008

25 luglio 2008 – RIP Randy Pausch

Pubblicato da Jak | in Promemoria

La notizia: È morto Randy Pausch, commosse il mondo con la sua “Ultima lezione”

Il video:

Il libro, tradotto in italiano ed edito da Rizzoli (che leggerò):

Dylan (6 anni),  Logan (4 anni) e Chloe (2 anni): i bambini che nella tragedia di perdere un genitore, avranno il conforto di uno sconfinato orgoglio per quello che loro padre ha saputo comunicare al mondo (e con buona probabilità adesso non sapranno che farsene, tra qualche anno ne saranno nauseati e infastiditi e solo quando saranno ancora più grandi, riusciranno a capirne davvero il valore).

RIP, Randy Pausch.

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Comments Off . July 25th, 2008

WALL-E, appuntamento al 17 ottobre 2008!

Pubblicato da Jak | in Cinema

WALL-E

WALL-E, nel mondo creato dalla Pixar nel suo ultimo film appena uscito negli States, è tecnicamente un “Waste Allocator Load Lifter – Earth class”, che su Wikipedia trovo tradotto in “Sollevatore terrestre di carichi di rifiuti” … fondamentalmente, un robot spazzino … prende la “rumenta”, la compatta e la trasforma in “cubotti” …

Ma al di là delle sigle, è uno dei personaggi più “carini” in assoluto tra quelli che la Pixar ha fino ad ora sfornato, con tutti gli ingredienti giusti per renderlo “adorabile”: occhioni, manone (guardatelo in questa foto, vista la posizione? A me viene in mente Dustin Hoffman in Rainman, nel personaggio di Raymond, affetto da autismo … voluto?), movimenti, suoni … tutto è stato studiato nel minimo dettaglio per farcelo considerare un “cucciolo” … basta guardarlo per esclamare “he’s sooo cute!” (e qui in Italia un bel “che tenerooo!”)

A chi ha qualche anno in più, come me, non può non venire in mente “numero 5″, dal film “Corto Circuito” (era il 1986) e se vogliamo, c’è anche qualcosa di E.T. (vi ricordate quando allunga il collo?). Del resto, più o meno le regole per ispirare “tenerezza” sono quelle, e sono piuttosto universali (sono le stesse regole per cui è “difficile” che un animale selvatico attacchi un “cucciolo”, come noi siamo programmati – non tutti e non sempre – per riconoscere e non attaccare i cuccioli, indipendentemente dalla sua razza … è un meccanismo che fa parte del DNA, uno dei tanti misteri della vita, in questo caso uno di quelli belli!).

In attesa del 17 ottobre 2008, data della prima in Italia (anche se, visto il livello dei dialoghi, praticamente ridotti a blip e blop più o meno teneri per buona parte del film, si potrebbe tranquillamente vederselo in inglese, anche per chi non mastica la lingua), si può farsi venire l’acquolina in bocca visitando il sito della Disney (che si è pappata la Pixar) dedicato al film, su cui si trovano oltre ai trailer dei film e i classici giochini (ottimi per intrattenere un bimbo di 3 anni! ;) ), diversi spezzoni di WALL-E alle prese con oggetti del nostro quotidiano, dall’aspirapolvere all’Hula Hoop … e c’è anche (un topos di questi tempi) un finto / vero sito dedicato alla Buy n Large, la finta super mega corporation che produce WALL-E e altri robot … vale la pena leggersi le condizioni sulla privacy, praticamente un “all your data and belongings belong to us!” – ok, lo ammetto, è umorismo da avvocati, ma un sorriso me l’ha strappato … :) ).

Senza rovinare la sopresa a nessuno, nel film, WALL-E è un robot rimasto attivo per 700 anni, in un pianeta Terra abbandonato dagli umani … Lui, uno scarafone, e tutto quello che fa parte del nostro quotidiano … E’ proprio qui uno dei trucchetti più semplici ma sicuramente più intriganti della “fantascienza” … far vivere allo spettatore le cose di tutti i giorni con occhi diversi, in questo caso quelli di un robot che rimasto per 700 anni da solo, è diventato in realtà “umano”, sviluppando tic, idiosincrasie, affezioni e preferenze e soprattutto, la capacità di guardare a quello che noi diamo per scontato come una novità da “scoprire”, dal reggiseno all’estintore a tutto il resto che lo circonda …

Che dire? Per ora, Brava Pixar, ci vediamo il 17 ottobre!

Un po’ di video, a partire da alcuni trailer:

… e alcuni corti davvero esilaranti!

qui balla la Break Dance …

e … visto che si tratta di un robot … eccolo in “carne ed ossa” a Los Angeles:

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Comments Off . July 12th, 2008



Thanks for coming by ;)