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La fatica di ricordare
Pubblicato da Jak | Nella categoria Web 2.0
Ci sono a volte delle idee che ci vengono in mente, il classico “sarebbe bello se”, che pensiamo più o meno intensamente e che poi lasciamo svanire, travolti dal quotidiano, per poi tirarle fuori ogni tanto in qualche conversazione tra amici con il classico “ci avevo pensato anch’io!”.
Una di queste (sicuramente condivisa da molti), riguarda il tema del ricordo delle persone che, usiamo un eufemismo, ci hanno preceduto: quante volte non abbiamo il tempo, la voglia o la testa per fare la fatica di ricordare, di scoprire chi ha tracciato il terreno prima di noi (vicino o lontano che sia stato) e quante volte, quando abbiamo un briciolo di attenzione, non sappiamo dove girarci per scoprire il nostro passato?
Quante vite sono andate dimenticate, o sono rimaste preziose nel loro insegnamento solo per una cerchia ristretta di familiari, cerchia destinata a restringersi con l’inesorabile passare degli anni?
Oggi il web, nella sua forma 2.0 (ma torneremo sull’argomento del 2.0), ci offre un piccolo aiuto, o almeno ci prova.
Come? Ma che domande, con un social network dedicato, che altro!
Si chiama Respectance ( http://www.respectance.com/ ) e nasce da un’idea e dalle energie di Tom Wilkinson e di Richard Derks, uno dei fondatori del network peer to peer Kazaa.
Ci sono già stati tentativi in passato di costruire memoriali online, ma quello in questione è il primo di una nuova generazione, un vero e proprio social network con foto, video, commenti, etc.
C’è una sezione dedicata ai gruppi, per consentire a chi vuole di entrare in contatto con persone con hanno vissuto esperienze simili (sì, può aiutare, in certi casi anche molto).
Che dire? Il sito è ancora giovane, ma è un altro segno dei tempi che cambiano, un altro esempio di informazioni che sempre più si ammassano nella rete, di cui spesso potremmo volentieri farne a meno e che in questo caso, portano con sè qualcosa in più, qualcosa che le rende speciali.
P.S. Un suggerimento per quelli di Respectance: attivare un servizio che consenta di pubblicare “prima” dell’evento (quell’evento) le proprie informazioni al diretto interessato e, con un metodo particolarmente sicuro, di lasciare le chiavi delle proprie identità digitali a chi verrà dopo.
Oh my God, ma un giorno lasceremo in eredità tra le altre cose il nostro avatar di Second Life e tutti i suoi oggetti?
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